FUJI-SAN
Detto fra noi, quello cui non avrei mai voluto rinunziare andando in Giappone sarebbe stata la salita sul sacro monte Fuji-San per vedere all'alba il Sol Levante dai 3778 metri della vetta.
L'ascesa
avviene tradizionalmente partendo dalla quinta stazione (sulle 10 complessive
che segnano i sentieri di salita alla montagna), dove si arriva con la macchina
e da dove parte il ripido sentiero verso la cima. Esistono vari sentieri di
salita e varie quinte stazioni: noi saremmo partiti da quella più battuta,
raggiungibile da Tokyo con maggiore facilità.
Avevamo in programma di farlo i primi giorni, quando eravamo a Tokyo e, qualora il tempo o le circostanze non l'avessero permesso, di riprovarci durante gli ultimi 4 giorni del viaggio, quando saremmo stati di nuovo nella capitale.
Quando ci siamo resi conto che il tempo non avrebbe permesso l'anabasi all'inizio della vacanza e che difficilmente le condizioni del tempo sarebbero state favorevoli, data la natura dell'estate giapponese, calda e soprattutto umida, un pò di speranza l'avevo persa.
E anche quando, tre giorni prima di
ripartire per Roma e
quindi
all'ultima occasione utile, sono andato alla stazione dei bus di Shinjuku per
provare a vedere se c'era posto sull'autobus che portava in due ore e mezzo alla
quinta stazione Kawaguchiko, non ero affatto convinto che sarei riuscito a
partire.
Il programma era d'altra parte impegnativo: partenza da Shinjuku alle 7,50 di sera, arrivo a Kawaguchiko alle 22,15, partenza per l'ascesa dai 2250 metri di altezza della quinta stazione, ascensione notturna sulla montagna, arrivo in vetta in tempo per vedere l'alba (alle 5), giro del cratere, discesa al pulmann e ritorno a Shinjuku alle 2 del pomeriggio. Quando il pomeriggio del 21 agosto sono partito da Ueno con la Yamanote e il biglietto in mano, stava venendo giù di tutto: lampi, fulmini, saette, tinozze d'acqua e vento a volontà. Francesca mi guardava chiedendosi se fossi matto a partire con un tempo così e, quando sono arrivato al capolinea dei bus, mi sono risollevato vedendo che non ero l'unico folle a fidarsi delle previsioni su internet che davano sereno per la mattina presto sulla montagna.
L'autobus è partito puntualissimo sotto la pioggia e sotto la pioggia, pur senza temporali, ha percorso tutta la strada fino alla città di Kawaguchiko, da dove poi ha cominciato a salire sulla montagna coperta di nubi. Ad un certo punto la strada è stata avvolta dalla nebbia e questo era un ottimo e insperato segno: quando siamo arrivati alla quinta stazione la nebbia è scomparsa: eravamo sopra le nuvole e nel cielo sereno brillava la luna.
Era l'inizio di un'esperienza leggendaria, di quelle che poi uno si porta appresso tutta la vita.