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RAROTONGA |
BELLEZZA LOCALE?
LA CANOA
L'ISOLA
LA LAGUNA
IL PRANZO
IL MOTORINO
IL MOTORINO
LA SPIAGGIA
L'AEROPORTO
Questo è il momento in cui ci siamo resi conto che il tempo del lettino era scaduto. Anche se ci stavamo godendo adeguatamente il sole.
Con questo mezzo di trasporto abbiamo intrepdiamente attraversato la laguna e ci siamo portati sull'isola. Sullo sfondo, la spiaggia con il nostro albergo immerso nel verde e il profilo di Rarotonga.
La spiaggia è bianchissima e cosparsa di conchiglie. insomma, come si vede, un posto da cartolina.
La fotografia si commenta da sola.....sullo sfondo, sempre Rarotonga e il cielo azzurro.
Qui si pranzava direttamente sulla spiaggia. Di giorno era molto bello, di sera faceva un freddo cane. Anche qui c'è l'OKA (anche se si chiama in un modo diverso, che non ricordo bene). Purtroppo, il secondo giorno e' stato tempo brutto: abbiamo fatto l'escursione in barca per fare snorkelling sulla barriera corallina, ma certo col cielo coperto i colori non erano brillanti. In compenso una volta sulla spiaggia dell'isola ho fatto l'indossatore maschile di pareo... Lasciamo perdere.
Il terzo giorno abbiamo deciso di affittare il motorino per girare l'isola. La cosa più comica è stata fare l'esame presso la stazione di polizia di Avarua per avere l'abilitazione a portare le moto. Tale esame consiste in un giro dell'isolato in sella al motorino, seguiti da un poliziotto motorizzato, nel pagamento di 5 dollari e in una perdita di tempo di circa tre ore. Alla fine però mi hanno rilasciato la patente, il tesserino plastificato di grosso prestigio che potete ammirare nella foto.
Abbiamo quindi fatto un bel giro dell'isola, che è tutta circondata da una spiaggia non troppo larga e ovviamente più a largo dalla barriera corallina. Quella cosa arancione che si vede nella foto è la meravigliosa camicia locale che non ho potuto evitare di comprare...
La sera poi abbiamo deciso di non mangiare in albergo, approfittando del fatto che avevamo il motorino. Abbiamo così cenato al Tamarind House, una bellissima casa di legno sul mare, dove il proprietario (un europeo) allieta gli avventori suonando la pianola e dove si mangia molto bene, peraltro a prezzi non troppo conenuti. L'unico problema è stato il ritorno: i 9 km di strada si sono trasformati in un tratto della transiberiana, fatti sul motorino senza parabrezza e senza casco, di sera, e a poco è servito il maglione che prudentemente ci eravamo portati.
Ma vabbè, ne è valsa la pena. L'indomani poi saremmo partiti per Aitutaki, dove tutti ci hanno assicurato che il clima è decisamente più caldo.
Eccoci dunque nella sala d'aspetto dell'aeroporto di Avarua, pronti ad imbarcarci alla volta di Aitutaki. Un'ora di volo su un aereo che ci hanno raccontato essere molto piccolo. Non così piccolo come temeva Francesca, comunque: ben 32 posti.
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BELLEZZA LOCALE?
Questo è il momento in cui ci siamo resi conto che il tempo del lettino era scaduto. Anche se ci stavamo godendo adeguatamente il sole.