Etiopia - Addis Abeba

La prima tappa è stata la cattedrale di San Giorgio. Per arrivarci ci abbiamo messo non più di 10 minuti in auto, lungo i larghissimi viali di Addis Abeba, percorsi dai tantissimi taxi blu e da autobus oltre che da tanta gente, anche se non abbiamo avuto l'impressione di un grande caos, anzi. San Giorgio è il Santo più importante d'Etiopia e durante il viaggio lo avremmo ritrovato spessissimo raffigurato nelle forme più svariate. La chiesa di per sè non è nulla di che, anche se l'idea di entrare in una chiesa nel cuore dell'Africa è stata abbastanza particolare: naturalmente ci saremmo presto abitutati, visto il numero impressionante di questi edifici sparsi in tutto il paese.

Dopo la cattedrale abbiamo raggiunto il museo nazionale. E' in un edificio relativamente piccolo lungo un grande viale che porta verso la parte alta della città, e per entrarvi ci hanno sommariamente perquisito. All'interno, tantissimi reperti di paleontologia fra cui il più celebre è lo scheletro di Lucy, l'ominide vecchio di 3 milioni di anni (anche se quella che si vede è una copia, essendo l'originale nascosto nelle segrete del museo). Inoltre tanti oggetti rappresentativi di quella che pensavamo essere la vita in Etiopia nei secoli scorsi e che invece, come avremmo scoperto durante il viaggio, rappresentavano la vita di oggi...

Ripresa la via verso la parte alta della città, abbiamo notato i commendevoli colori sociali di questo autobus...

Addis Abeba si stende su un piano inclinato che dai 2400 metri della zona dell'aeroporto sale fino ai 2800 metri della parte alta, proprio sotto il Monte Entoto, dai cui 3100 metri si ha un panorama totale della città. Abbiamo dunque percorso la tortuosa strada che, dopo essere uscita dalla città in mezzo a un sacco di gente, si inerpica fra boschi di eucalyptus su per la montagna. Una volta in cima abbiamo cercato di vedere il panorama ma a causa della foschia non è che si vedesse molto per la verità...

Abbiamo incrociato in continuazione donne che scendevano cariche di fascine di legna: sarebbe stato poi uno spettacolo frequentissimo in tutta l'Etiopia.

Tantissima gente affollava le strade: una particolarità che avremmo riscontratao in tutto il paese.

La sera abbiamo scelto di andare a cena in un ristorante tipico e quindi abbiamo preso un taxi blu (che ha pure perso un cerchione durante il tragitto...) che con 40 birr ci ha portato al poco distante Hambesha restaurant, uno dei migliori, a detta di Dario. E infatti il posto meritava alquanto: forse un pò buio, ma molto suggestivo, con il piatto unico, con le cameriere che venivano a lavarti le mani con la brocca, e con le danze tipiche dell'Etiopia: fra queste, la più caratteristica è la danza delle spalle: i ballerini stanno praticamente fermi sulle gambe e dimenano solamente le spalle, in modo impressionante. Abbiamo capito che le spalle qui in Etiopia devono avere un ruolo particolare nella socialità, dato che ad esempio la gente si saluta dandosi la mano e toccandosi con le spalle...Insomma, il nostro giro di Addis era finito ed eravamo pronti, l'indomani, ad alzarci alle prime luci dell'alba per prendere l'aereo per Bahir Dar.

LA CATTEDRALE DI SAN GIORGIO