BAHIR DAR
L'AEROPORTO
HOTEL TANA
VERSO LE CASCATE DEL NILO AZZURRO
IL PONTE PORTOGHESE
LE CASCATE DEL NILO AZZURRO
IL MERCATO
PERSONAGGI ETIOPI
SUL LAGO TANA
LE ISOLE
IL MONASTERO DI URA KIDANE MERET
LA CHIESA
TRAMONTO SUL LAGO TANA
Dopo 35 minuti di volo dunque siamo atterati a Bahir Dar, sulle rive del lago Tana, il lago più grande d'Etiopia. Recuperate le valigie, per mezzo del minibus che ci era venuto a prendere siamo andati al Tana Hotel, della catena statale Ghion, proprio sulle rive del lago, poco fuori città. Era la prima città dell'Etiopia che vedevamo, a parte Addis: sole abbagliante, viali alberati con palme e aiole, tantissima gente a piedi (sarà una delle caratteristiche del paese), qualche animale in giro, biciclette. Insomma, un posto pieno di vita, modesto ma non depresso come per esempio ci era sembrata essere l'India.
Davanti al ristorante dell'hotel, un bell'edificio che ricordava tantissimo i film di spionaggio degli anni '70, con grandi vetrate, pietra e legno, c'era una lingua di terra dove erano sistemate numerose sdraie e poltrone dove abbiamo aspettato che ci venissero a prendere per partire alla volta delle cascate del Nilo azzurro, distanti circa un'ora di macchina ad est di Bahir Dar.
Abbiamo attraversato la città, intravisto il mercato brulicante di gente e ci siamo incamminati per una polverosa strada non asfaltata che attraversava una vallata fertile e assolata. Dopo circa un'ora siamo arrivati ad un villaggio (Tis Isat) dove la guida ha fatto i biglietti e poco più in là ci siamo fermati, dove, nei pressi della nuova centrale idroelettrica, iniziava un sentiero che scendeva al ponte portoghese per poi dirigersi verso il punto panoramico da dove avremmo visto le cascate. Lungo il sentiero, che conduceva anche ad una lontana chiesa, c'era tantissima gente, in cammino per il pellegrinaggio a questa chiesa: una pratica molto comune, come avremmo presto scoperto.
Per passare dalla parte opposta, si doveva attravresare questo ponte sospeso su una stretta gola formata dal Nilo Azzurro, qua lontanissimo non solo dalla foce, ma anche dal punto dove, a Khartoum nel Sudan,congiungendosi con il Nilo Bianco forma il Nilo che poi scende verso il Mediterraneo.
Dopo una quarantina di minuti di cammino e dopo aver fatto i nostri primi incontri con i bambini etiopi, che ci hanno assalito per venderci oggetti vari lungo il sentiero, siamo arrivati al punto panoramico: in questa stagione le cascate sono piuttosto ridotte, e da quando hanno aperto la centrale idroelettrica la portata è ancora minore: prima qui il fronte delle cascate era di 400 metri, e lo spettacolo doveva essere veramente straordinario. Anche così, comunque, l'effetto non è trascurabile....
Tornando in paese, siamo passati accanto al mercato, affollato di gente pur essendo in fase di sbaraccamento. Anche i mercati sono una caratteristica saliente delle città etiopi.
Lungo la strada, un vasto campionario di figure anche molto particolari....
Dopo aver fatto una piccola spesa in uno spaccio in città, siamo rientrati e abbiamo pranzato in albergo. Nel poimeriggio, ci hanno portato all'imbarcadero dove abbiamo preso il battello che ci avrebbe portato a visitare uno dei monasteri presenti sulle rive e sulle isole del lago Tana, l'immenso lago di oltre 3000 kmq che è il maggiore d'Etiopia.
La nostra meta era la penisola di Zege, a circa un'ora e mezza di barca. Durante il tragitto sulle acque torbide del lago abbiamo visto le varie isole sulle quali sorgono numerosi monasteri, alcuni dei quali interdetti alle donne. Per colpa di Francesca dunque non ci è stato possibile visitarli....
Scesi dalla barca ci siamo incamminati per un sentiero in mezzo alla foresta, che saliva verso il monastero. Ci siamo ritorvati subito muniti di un codazzo di persone che alternativamente si offriva come guida, cercava di venderci gli oggetti più disparati oppure ci raccontava la storia dello studente squattrinato bisognoso di soldi, molto frequente da queste parti. Dopo circa 10 minuti siamo arrivati all'ingresso del monastero dove abbiamo visitato l'edificio del museo (dove sono custodite le corone degli imperatori del passato e antichi manoscritti miniati) e la chiesa, circolare, molto suggestiva.
Come tutte le chiese ortodeosse di queste parti, anche questa si divideva in tre parti: quella esterna, dove a qualunque ora del giorno e della notte il fedele può andare a pregare, quella intermedia, generalmente aperta durante le funzioni (e separata in ambiente maschile e quello femminile) ma qui aperta anche ai turisti, e il sancta sanctorum, la parte più interna rigorosamente riservata ai sacerdoti. Tutti i muri della chiesa erano affrescati con scene della Bibbia e Massimo non si è lasciato sfuggire l'occasione per mettersi a disegnare.....
Dopo la visita, siamo tornati alla barca e abbiamo fatto ritorno all'albergo, ammirando un bellissimo tramonto sul lago e preoccupandoci un pò per le zanzare dato che questo era l'unico luogo del tragitto al nord in cui poteva esserci rischio di malaria. Di zanzare per la verità non se ne sono viste affatto, e già ci eravamo predisposti allo spostamento del giorno successivo, allorquando saremmo partiti alla volta di Gondar.....
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L'AEROPORTO
Dopo 35 minuti di volo dunque siamo atterati a Bahir Dar, sulle rive del lago Tana, il lago più grande d'Etiopia. Recuperate le valigie, per mezzo del minibus che ci era venuto a prendere siamo andati al Tana Hotel, della catena statale Ghion, proprio sulle rive del lago, poco fuori città. Era la prima città dell'Etiopia che vedevamo, a parte Addis: sole abbagliante, viali alberati con palme e aiole, tantissima gente a piedi (sarà una delle caratteristiche del paese), qualche animale in giro, biciclette. Insomma, un posto pieno di vita, modesto ma non depresso come per esempio ci era sembrata essere l'India.