INTRODUZIONE

Pur avendo viaggiato parecchio, non potevo ancora dire di essere stato in Africa. A parte la Tunisia, non avevo mai messo piede nel continente nero, e questa cosa un pò mi mancava. Anche se come idea le prime mete africane dovevano essere Kenya, Tanzania o Sudafrica, parlando con il comandante Massimo già da qualche tempo il nome dell'Etiopia si era fatto ricorrente. Un pò perchè lui in Kenya c'era già stato, un pò perchè in Etiopia oltre ad elementi di interesse naturalistico avremmo trovato i monasteri copti sulle isole del lago Tana, le chiese scavate nella roccia di Lalibela, i resti della mitica civiltà axumita, le reminescenze della regina di Saba, i segni dell'occupazione italiana del secolo scorso oltre alla possibilità di vedere da vicino popolazioni e tribù che vivono ancora nella savana vestite di pelli di capra con i loro riti, abitudini e cerimonie.

Quando poi abbiamo scoperto che Dario, il cugino di un nostro amico era di Addis Abeba e soprattutto era il padrone della più grande agenzia turistica locale (la Greenland Tours), abbiamo deciso che l'occasione non poteva sfuggirci. Certo, un viaggio nel Corno d'Africa pone numerose questioni, fra le quali quella relativa alle malattie (malaria in primis) e alla sicurezza (la guerra fra l'Etiopia e l'Eritrea, per non parlare di quella in Somalia) e quindi abbiamo ponderato per bene il tutto, naturalmente in questo facendoci supportare dalle notizie dirette che Dario poteva fornirci. Nella primavera del 2006 dunque, il dado era tratto: saremmo andati in Etiopia, sia nel giro relativo al nord che quello nella parte meridionale. L'organizzazione inizialmente era alquanto articolata, perchè Massimo e il suo amico Matteo volevano andare all'epoca del Timkat, l'Epifania copta che cade il 19 gennaio in occasione della quale si tengono importanti manifestazioni religiose, io e Francesca dovevamo però tornare entro il 10 gennaio e altri amici interessati volevano fare solo la parte nord del viaggio. Quindi ci eravamo organizzati anche con Dario una complicata combinazione di partenze e arrivi, anche se, per farla breve, alla fine siamo partiti solo in 4 (io, Francesca, Massimo, Matteo) e tutti insieme (partenza il 25 dicembre, ritorno il 10 gennaio).

Il viaggio era composto da due parti distinte: la parte nord con le chiese di Lalibela, i monasteri del lago Tana, Gondar e Axum e quindi di interesse più "storico"; mentre la parte sud era essenzialmente naturalistica/antropologica con i percorsi nella savana attraverso i laghi della Rift Valley fino alla remota valle dell'Omo dove vivono strane e particolari popolazioni.

Sin dalla primavera del 2006 avevamo prenotato l'aereo con l'Ethiopian, l'ottima compagnia nazionale che ha il volo diretto fra Roma e Addis Abeba e a dicembre non abbiamo dovuto far altro che pagare (tanto) il biglietto, confermare a Dario (che nel frattempo ci aveva organizzato il viaggio) che effettivamente saremmo andati e, infine partire, la sera di Natale.

Naturalmente il 24 dicembre, tanto per rendere più emozionante la cosa, il telegiornale ha dato notizia dell'attacco su Mogadiscio da parte dell'aviazione etiope e solo dopo aver avuto un'ulteriore e definitiva assicurazione da Dario siamo partiti, fra la preoccupazione di amici e parenti.

Noi per la verità eravamo più spaventati per il giro al sud, visto che avremmo anche trascorso due notti in campeggio (ci siamo infatti portati pure i sacchi a pelo...) e che la situazione igienica non prometteva niente di buono. Ma in realtà, col senno di poi, si può tranquillamente dire che è stato un viaggio meraviglioso, duro in alcune brevi circostanze ma notevolmente superiore alle aspettative.