LALIBELA

.

L'AEROPORTO

Dopo un volo di 40 minuti siamo atterrati in una landa desolata, a 2300 metri di altezza, dove l'unico edificio nel raggio di chilometri era quello dell'aeroporto. Prelevati dal minibus, ci siamo inerpicati per una strada asfaltata di 25 km che ha preso a salire ininterrottamente e tortuosamente fra alte montagne e, quando sembrava non dovesse finire mai, si è infilata in un gruppo di case un pò sgarrupate abbarbicate a 2700 metri di quota: eravamo a Lalibela, la città santa dei copti, il luogo delle chiese rupestri, la Petra d'Africa. Per la verità, l'arrivo è stato tragicomico: allo Yemhrea Hotel non avevano stanze per noi: dovevano ancora costruirle. In più, il mio raffreddore si stava facendo sempre più fastidioso; fiduciosi in una soluzione del problema, abbiamo pranzato al ristorante dell'hotel, una grossa capanna col tetto di paglia, molto confrotevole.