INTRODUZIONE

Il Giappone era sempre stato uno di quei posti che in sommo grado aveva attirato la mia attenzione e curiosità: il fatto che papà ci fosse stato nel 1960 e me ne avesse raccontato meraviglie, le città supertecnologiche, i giardini, la natura, il Monte Fuji, i templi e i santuari, e la possibilità di visitare un mondo completamente diverso dal nostro esercitavano un grandissimo fascino.

Il viaggio laggiù però aveva sempre presentato due problemi apparentemente insormontabili: la lingua con la sua scrittura, che impediva la possibilità di spostarsi in modo autonomo per il paese, e la sua fama di paese più caro del mondo. Il mito dei giapponesi che venivano in viaggio a Roma e trascorrevano le proprie vacanze a Via Condotti facendo acquisti faraonici aveva sempre indicato un tenore di vita così alto che un viaggio nel paese del Sol Levante probabilmente sarebbe stato insostenibile. Ma negli ultimi anni le cose, con l'euro e le vicende economiche mondiali, si diceva fossero parecchio cambiate.

Inoltre, dopo aver visitato la Norvegia, ritenevo che nulla potesse più spaventarmi in fatto di prezzi. Per cui, leggendo qua e là su internet resoconti di gente che affermava di essersela cavata bene anche in assenza di una benchè minima possibilità di comunicare in una lingua diversa dal giapponese, e avendo verificato che forse i prezzi non erano effettivamente più proibitivi, anzi, quando alcuni nostri amici hanno manifestato l'intenzione di fare un viaggio in Giappone nell'agosto di quest'anno, io e Francesca abbiamo deciso che si poteva fare.

Un dubbio supplementare per la verità era costituito dal clima: ad agosto da quelle parti il tempo è caldissimo ed estremamente umido.

Ma abbiamo deciso che sarebbe valsa la pena tentare la sorte così, a maggio, su internet, ho comprato due biglietti Roma-Tokyo con Alitalia, nonostante lo scetticismo che accompagnava la possibilità di sopravvivenze della compagnia aerea. Risultato, 850 euro andata e ritorno: un ottimo inizio.

Poi, consultando il preziosissimo sito www.japan-guide.com ci siamo fatti un'idea dell'itinerario, che abbiamo affinato e definito in modo tale da prenotare tutti gli alberghi prima di partire, come ci era stato caldamente consigliato, dato anche che ferragosto è la settimana clou delle vacanze dei giapponesi, che sono veramente tantissimi.

Abbiamo dunque stabilito che, dopo i primi tre giorni a Tokyo, saremmo andati a Kyoto dove saremmo rimasti 5 notti per visitare la città (a quanto pareva straordinaria) e fare una gita nella vicina antica capitale Nara. Poi ci saremmo spostati ad Hiroshima, passando per Himeji e il suo castello: nella città tristemente famosa per la bomba atomica saremmo rimasti tre notti, con la possibilità di visitare la vicina isola di Miyajima, dopodichè ci saremmo trasferiti sulle Alpi Giapponesi, in particolare nella caratteristica città di Takayama, dove avevamo prenotato un ryokan, la tradizionale locanda giapponese con tanto di onsen ossia bagno termale, privato. Dopo tre giorni qui, con la possibilità di affittare una macchina e fare un giro, ci saremmo spinti fino a Niigata, sul Mar del Giappone, per fare una capatina di un paio di giorni sull'Isola di Sado. Infine, rientro a Tokyo, dove saremmo rimasti gli ultimi 4 giorni e da dove contavamo di fare qualche gita, a Nikko e sul monte Fuji in particolare, cosa quest'ultima a cui io tenevo moltissimo ma estremanente vincolata alle precarie condizioni meteorologiche.

 Ci saremmo spostati sempre in treno: i trasporti in Giappone sono leggendari per puntualità ed efficienza (e tali si sarebbero pienamente confermati) quindi abbiamo fatto un abbonamento di tre settimane alle Japan Railways, con la possibilità di prendere tutti i treni JR, compresi i velocissimi shinkansen, che vanno a piu' di 300 all'ora. Prenotati tutti gli alberghi attraverso l'efficientissimo sito www.japanican.com, il tre agosto alla fine siamo partiti da Fiumicino, puntualissimi, per questo viaggio così pieno di incognite....