SADO-GA-SHIMA
Dopo la piacevole tappa di Takayama, il nostro itinerario prevedeva lo spostamento sulla costa nord-occidentale di Honshu, sul Mar del Giappone: la nostra meta era Sado-Ga-Shima, una grande isola al largo della città di Niigata, dove avremmo dormito quella sera dopo aver lasciato Takayama a metà mattinata. Sado aveva attirato la nostra attenzione sia per espresso suggerimento di un amico che c'era stato molti anni prima, sia perchè prometteva paesaggi spettacolari, con montagne e coste frastagliate che ricordavano un pò l'Irlanda, sia perchè pareva che la specialità culinaria fossero crostacei e frutti di mare. Avremmo noleggiato una macchina per girare l'isola e per raggiungere l'albergo che avevamo prenotato, il Meoto Hotel, situato dalla parte opposta rispetto al porto di Ryushu, dove arrivavano gli aliscafi da Niigata e dove avremmo avuto la mezza pensione con cena giapponese a base di frutti di mare.
Siamo
partiti puntuali e la bella giornata ha messo in risalto lo splendore della
valle, verdissima, solcata da un fiume sbarrato più volte dalle dighe, in un
panorama del tutto simile a quello del nostro
Trentino, a parte le risaie verdissime, caratteristiche del Giappone. Siamo
arrivati a Toyama alle 12,20 e subito abbiamo avuto l’impressione di trovarci in
un altro Giappone: quasi scomparse le scritte in inglese (in compenso ne abbiamo
viste in russo: Vladivostok è dall'altra parte del mare, in effetti), stazione
vecchia e sporca e piena di vagabondi.
Comprato in un supermercato il bento per il pranzo abbiamo atteso le 14.16 il treno per Niigata, mentre il cielo cominciava a velarsi. Tre ore di viaggio attraverso un paesaggio molto meno costruito dell’area Tokyo-Kansai, verdissimo per le risaie e pieno di case di legno, stazioni vecchie e nessun occidentale in vista.
Siamo arrivati a Niigata dove in pochi minuti abbiamo preso possesso della nostra stanza al 10° e ultimo piano del Leopalace Hotel (vista su tutta la – bruttissima – città, fino al mare), modernissimo e comodo.
Siamo poi usciti a prendere gli orari dei traghetti per Sado dell’indomani (al tourist office però non parlavano inglese: ci siamo intesi a gesti e con l'aiuto dell'orario scritto) e poi a cena in un fantastico posto dove i camerieri urlavano servendo varie prelibatezze (frutti di mare in primis: io ho comunque preso la carne alla griglia), e abbiamo assaggiato uno degli innumerevoli sakè prodotti a Niigata, vera capitale della specialità. Alle 9, eravamo in camera pronti a dormire, vista l’alzataccia decisa per il giorno dopo.
Ci
siamo svegliati intorno alle 6 con la pioggia che batteva alle finestre della
nostra stanza d’angolo. Il tempo era veramente pessimo: non si vedeva che una
muraglia nera di pioggia e nuvole, nonostante ciò abbiamo fatto colazione con
dolci alla cioccolata e succo d’arancia comprati la sera prima al supermercato
Lawson, e lasciamo l’hotel: l’obiettivo era prendere l’aliscafo per Sado delle
8: per fare ciò avremmo dovuto prendere l’autobus delle 7,10 in partenza dalla
stazione.
Depositati i bagagli più ingombranti al deposito della stazione siamo riusciti a prendere l’autobus sotto un diluvio terrificante al gate 5 che in 15 minuti ci ha portato al terminal dei traghetti: per fortuna era tutto al coperto per cui il diluvio non ha disturbato l’acquisto dei biglietti (9700 yen a/r) dell’aliscafo e l’attesa del medesimo.
Alle 8, puntualissimi, siamo partiti: cielo plumbeo, pioggia torrenziale e l’interrogativo “ma dove stiamo andando?” ci hanno accompagnato lungo tutta l’ora di percorrenza fino al porto di Ryotsu dove siamo sbarcati allorquando timidi squarci nelle nuvole hanno fatto sperare in un imprevisto miglioramento.
Siamo subito andati alla ricerca di una macchina: la tizia della Nippon rent a car, non parlando una sillaba di inglese ci ha indirizzato alla Toyota lì accanto che, per mezzo di una tizia isterica, ci ha affittato una macchina di categoria superiore che ci sarebbe costata purtroppo molto più del previsto (alla fine oltre 20mila yen per due giorni).