INFORMAZIONI PRATICHE
Data la natura della Mongolia, in cui si parla un idioma incomprensibile e dove le strade sono pressochè assenti e ancor di più inesistenti sono i cartelli stradali, abbiamo pensato che per visitare questo paese fosse indispensabile disporre di una guida e di un bravo autista. Non sapendo da che parte cominciare per capire come organizzarsi, ho consultato internet e mi sono imbattuto nel sito di Federico Pistone www.mongolia.it, dove c'è una sezione dedicata a chi vuole organizzare un viaggio nella terra di Gengis Kahn. Federico ci ha messo in contatto con alcuni operatori turistici di Ulaanbaatar di sua conoscenza e noi ci siamo rivolti alla Mondiscovery Tours di Amgalan (www.mondiscovery.mn) , attraverso i suoi corrispondenti italiani, Alberto e Chiara Colombo, che con la massima gentilezza ed efficienza ci hanno aiutato ad organizzare tutto, dalla definizione dell'itinerario (un itinerario standard per chi è al primo viaggio in Mongolia) alla prenotazione dell'aereo al reperimento della lettera necessaria per ottenere il visto d'ingresso. In pratica abbiamo fatto un viaggio organizzato, organizzato però senza l'intermediazione di tour operator e quindi molto più economico. Abbiamo potuto scegliere di unirci ad altri tre ragazzi che avevano seguito il nostro medesimo percorso e alla fine l'esperienza è stata totalmente positiva. Il costo complessivo del viaggio, aerei, visti e regali compresi, è stato di circa 2400 euris a testa. E' chiaro che ci sono anche molti modi di organizzare il viaggio in maniera indipendente, arrivando ad Ulan Bator e reclutando in loco guida e autista, ma tutto sommato a noi è andata benissimo così e abbiamo sfruttato al meglio le tre settimane a disposizione.
AEREI
Abbiamo prenotato l'aereo attraverso l'agenzia di viaggi Mentasti di Como (che ci ha inviato i biglietti a casa): il volo Aeroflot Roma-Mosca-Ulan Bator, prenotato ad aprile e pagato a fine giugno ci è costato 925 euri a testa tutto incluso. Temevamo il Tupolev della tratta Mosca-Ulan Bator: in realtà è andato tutto bene e semmai chi è da temere sono gli inqualificabili operatori dell'aeroporto di Mosca che fanno di tutto per rendere la vita difficile ai passeggeri in transito, mettendone a dura prova la capacità di sopportazione: mai vista tanta maleducazione e arroganza.
ALBERGHI
La parola albergo stride col concetto di Mongolia, quantomeno nelle zone rurali. Noi avevamo il giro organizzato quindi tutto predisposto da questo punto di vista: avevamo semplicemente scelto di dormire in famiglia ad Ulan Bator le prime due notti e nell'albergo dell'agenzia l'ultima notte. Per il resto, abbiamo dormito sempre nei campi gher, che sono praticamente identici ai nostri campeggi solo che al posto dei bungalow ci sono appunto le gher, cioè le yurte, tende circolari di feltro che sono le abitazioni tipiche dei mongoli; il loro prezzo è variabile a seconda della qualità e della posizione del campo. Quando le tratte da percorrere erano troppo lunghe da un campo gher all'altro, ci siamo accampati con la tenda. Lungo la strada, nelle poche città che si incontrano, si può pensare di dormire in locanda, generalmente famiglie che cedono le proprie stanze ai viaggiatori: l'abbiamo fatto una volta e il prezzo è stato di 5000 T a testa (circa 3 euris) per stare in due stanze con bagno esterno (nel senso, fuori dalla casa).
TRASPORTI
Il problema fondamentale della Mongolia è l'assenza di strade degne di questo nome. Noi abbiamo sempre viaggiato in 4x4 ed è stata, in certi momenti, un'esperienza faticosa. Avendo percorso oltre 3000 km alla media di 35 km/h, si può immaginare di cosa si sta parlando. Come detto, anche la nostra auto era compresa nel pacchetto dell'agenzia e noi, che eravamo in 5, avevamo a disposizione 2 auto: un minivan (4x4) per noi e un fuoristrada UAZ per i bagagli, le tende e quant'altro. Il mezzo più diffuso è il pulmino UAZ "Furgon" da 11 posti che si vede ovunque in giro per la Mongolia e riesce ad andare nei posti più impensati. Altri mezzi di trasporto, a parte il cavallo e il cammello, non li abbiamo sperimentati. Naturalmente in Mongolia passa il ramo delle ferrovia transiberiana che dalla Russia conduce a Pechino passando per Ulaanbaatar, ma non serviva luoghi di nostro interesse.
MANGIARE
Da queste parti esiste perlopiù il cibo bianco (latticini e formaggi, perlopiù d'estate) e quello grigio (carne dei vari animali che pascolano sui prati: montoni, capre, vacche, yak, cavalli, etc.). Nel corso del nostro giro abbiamo quasi sempre mangiato nei campi gher dove il menù era più o meno fisso (una zuppa o un antipasto con mele e patate; della carne sia in zuppa che servita normalmente e un dolce spesso costituito da una merendina confezionata). Ad Ulaanbaatar abbiamo mangiato un paio di volte al Mongolian Barbecue (che in realtà è un'invenzione cinese) dove ognuno riempie una scodella con gli ingredienti crudi (carne e condimenti) che poi porta a cuocere su una piastra rovente; e in un ristorante più tipico dove abbiamo assaggiato per la prima volta i ravioli ripieni di carne e le frittelle, sempre ripiene di carne.
Quando ci è capitato di mangiare in un guanz (locanda lungo la strada) abbiamo assaggiato la strepitosa zuppa con carne (raccolta dal pavimento accanto a noi pochi minuti prima), pasta (simile alla nostra pasta all'uovo), verza, in brodo, sempre di carne: veramente eccellente.
Solo
quando siamo andati a visitare le famiglie nelle gher abbiamo assaggiato i
formaggi (fatti con latte di yak o di mucca, in un caso anche di cammello),
molto buoni e dal sapore in genere acido (ne esistono vari tipi, sia dolci che
salati), lo yoghurt (favoloso: basta però non guardare da dove lo prendono prima
di offrirtelo) e il famoso airag, ossia il latte di cavalla fermentato, una
delle bevande preferite dai mongoli, che può avere effetti molto lassativi ma
che a noi non ha dato eccessivi problemi (forse perchè abbiamo aspettato un paio
di settimane prima di assaggiarlo). Secondo me è invece una schifezza la vodka
distillata dal latte, sempre offerta nelle gher: sa di vomito (magari sono
capitato male...).
Del tutto assenti risultano frutta e verdura. Ci è capitato di mangiare, come detto, qualche mela in un tipo di antipasto, ma la dieta locale non prevede questo genere di alimento.
Per quanto riguarda le bevande più a noi familiari, sta prendendo sempre più piede la birra (ce ne sono anche di locali, come la Chinggis, la Cany, la Altan Gobi e la Kharkorin, scura, quest'ultima per la verità non esaltante). Naturalmente la vodka è popolarissima (anche in questo caso ne esistono di ottime prodotte localmente, in particolare la Chinggis con l'etichetta nera). C'e' perfino il vino, ma in una nazione dove la vite non sanno neanche cos'è abbiamo preferito evitare l'assaggio: in genere sono vini bulgari o cileni.
VARIE (MONETA, LINGUA, CLIMA, SICUREZZA....)
Il fuso orario è 6 ore avanti rispetto a Roma; la moneta è il tugrug: ad agosto del 2007 per un euro si ottenevano 1500 birr.
Per entrare in Mongolia occorre il passaporto valido per almeno altri 6 mesi e il visto, che si ottiene direttamente all'aeroporto di Ulan Bator presentando una lettera di invito di una agenzia turistica locale (la nostra era la Mondiscovery Tours)e due foto tessera, al prezzo di 55 dollari. Oppure si può richiedere ad uno dei consoli della Mongolia in Italia, che si occupano dell'intera procedura.
La lingua è il Mongolo, assolutamente incomprensibile e per noi decisamente ostico. Tutte le scritte sono in alfabeto cirillico, e questo aiuta se non altro a capire cosa c'è scritto sui cartelli: la pronuncia tuttavia è del tutto diversa da quella che potremmo intuire noi. Qualcuno (pochissimi e ad Ulaanbaatar) parlano inglese, francese tedesco e qualche guida anche l'italiano.
Per quanto riguarda il clima, la Mongolia è sotto zero per sette mesi l'anno, poi a primavera scattano le tempeste di sabbia e durante l'estate c'è la cosiddetta stagione delle piogge. Tuttavia la stagione delle piogge (luglio/agosto) è estremamente confortevole: piove ogni tanto ma noi ad esempio abbiamo avuto la maggioranza delle giornate soleggiate, con il cielo blu eun clima piacevolmente secco: dopotutto siamo a 3000 km dal mare. Di giorno, con il soleggiamento la temperatura può superare i 30° anche al nord (nel Gobi fa più caldo) mentre di notte, attenzione! Appena il sole tramonta la temperatura precipita, anche vicino allo zero in montagna: noi abbiamo passato alcune notti veramente gelide. Ma nel complesso è un clima fantastico: secco e confortevole.
Per quanto riguarda la sicurezza, si può affermare che la Mongolia è uno dei paesi più sicuri del mondo, con gente ospitale, gentile e disponibile. Ogni tanto si incontra qualche ubriaco che può essere molesto ma che generalmente viene tenuto a bada dai suoi stessi concittadini. Ovviamente Ulaanbaatar è un posto relativamente più pericoloso anche dal punto di vista dei borseggiatori, ma niente di cui un italiano debba preoccuparsi.