EL CALAFATE
LAGO ARGENTINO
BOCA DEL DIABLO
BRAZO NORTE
BRAZO NORTE
ICEBERG
GLACIAR SPEGAZZINI
GLACIAR SPEGAZZINI
GLACIAR SPEGAZZINI
GLACIAR SPEGAZZINI
GLACIAR UPPSALA
GLACIAR UPPSALA
GLACIAR UPPSALA
BAIA ONELLI
IL SECONDO GIORNO
PERITO MORENO
PERITO MORENO
PERITO MORENO
LA BARCA
SULLA BARCA
I RAMPONI
CON I RAMPONI
WHISKY E CIOCCOLATA
LA FRANA DI GHIACCIO
IL RAGGIO DI SOLE
EL CALAFATE
Trascorso il primo giorno più che altro a riposare e a sperimentare il primo bisteccone argentino in uno dei due ristoranti che sono proprio sulla strada principale al centro di El Calafate, prelevati i soldi dal bancomat (perfettamente funzionanti dapertutto) e comprati due panini di bell'aspetto al supermercato in previsione del pranzo dell'indomani, siamo entrati nel vivo del viaggio il giorno dopo. La mattina dopo ci siamo accorti subito che era una bellissima giornata, col cielo sereno e l'aria limpida. Perfetta dunque per la programmata gita in barca sul braccio settentrionale del Lago Argentino fino ai ghiacciai Spegazzini, Uppsala e la Baia Onelli. Ci sono passati a prendere col pullman alle 7 e dopo un giro per recuperare altri partecipanti siamo partiti alla volta di Punta Banderas, cioè l'imbarcadero nonchè punto di accesso al parco nazionale de Los Glaciares, dove si paga l'ingresso e si sale sul catamarano.
Appena saliti a bordo e un pò scocciati perchè sembrava si dovesse rimanere all'interno per tutto il tempo, con una folla di persone rumoreggianti e un caldo non indifferente, il catamarano è partito verso la Boca del Diablo, lo stretto che conduce al Brazo Norte del lago Argentino. Per fortuna subito dopo ci siamo resi conto che potevamo salire sul ponte superiore dove invero tirava un ventaccio gelido ma dove valeva la pena stare per lo spettacolo offerto dalla giornata luminosa e dal panorama del lago con le Ande innevate sullo sfondo.
L'acqua del lago è lattiginosa per il ghiaccio e idetriti in sospensione, provenienti dai ghiacciai. Faceva veramente un freddo cane a causa del vento, ma lo spettacolo valeva la pena.
Inutile dire che abbiamo fatto decine di fotografie, anche perchè eravamo talmente sorpresi dalla bellezza del tempo che ci è sembrato giusto non lesinare.
E questo è il primo iceberg (tempano, come li chiamano qui) che abbiamo visto. Gli iceberg si staccano dai ghiacciai e poi vagano per il lago spinti dal vento e dalle correnti: ce ne sono tantissimi, come avremmo visto più tardi....
Il primo ghiacciaio che abbiamo visto è lo Spegazzini, che ha il fronte più alto di tutti (60 metri)e dal quale si staccano in continuazione pezzi che crollano nel lago.
Tutti i ghiacciai che sfociano sui laghi in Argentina (e nei fiordi dall'altra parte delle Ande, in Cile) provengono dal Campo Hielo Sur, che è un enorme deposito di ghiaccio di quasi 25000 km quadrati situato a circa 1500 metri di altezza, in mezzo alle montagne. E' la calotta ghiacciata più grande del mondo dopo l'Antartide e la Groenlandia, e la sua presenza è la causa del clima particolare che c'e' in Patagonia....
Le correnti umide che provengono dall'Oceano Pacifico si trovano la strada sbarrata dalle Ande, salgono, condensano e riversano quantità industriali di neve sulle montagne (circa 6 metri l'anno). La neve piano piano sotto il peso di sè stessa si comprime e si trasforma in ghiaccio, dando origine alla calotta. Lungo le valli poi per gravità il ghiaccio comincia a scendere e sfocia nei laghi.
I ghiacciai infatti sono sempre in movimento, avanzando in questo caso sull'acqua e facendo in continuazione cadere pezzi di ghiaccio nel lago, che così si riempie di iceberg. Non tutti i ghiacciai avanzano: alcuni per il caldo si sciolgono più rapidamente di quanto avanzino e quindi si ritirano.
Questo è il ghiacciaio più grande che scende nel lago Argentino, e il golfo dove sbuca è cosparso di iceberg di tutte le dimensioni e sfumature di azzurro (dal bianco al blu). E' chiamato Uppsala in onore dell'università svedese.
C'ero anch'io, naturalmente.
La tonalità di blu del ghiaccio dipende dalla compressione del ghiaccio: più è compresso, più è blu. Veramente le varie guide ci hanno fornito diverse e a volte stravaganti spiegazioni di questo fatto, per cui non metterei la mano sul fuoco sulla loro attendibilità.
L'ultima tappa della gita in barca è stato lo sbarco a Baia Onelli. Dopo una breve passeggiata nel bosco abbiamo mangiato sulle rive della Laguna Onelli, da dove si vedevano i tre ghiacciai (sempre Onelli) che scendevano dalle montagne). Il cielo si era un pò velato ma siamo riusciti ingenuamente a bruciarci la faccia.
Il giorno dopo è stato il turno della visita al ghiacciaio più famoso: il Perito Moreno. Anche in questo caso abbiamo optato per la gita organizzata (non avremmo guadagnato molto in termini di libertà dall'affittare una macchina e andare per conto nostro) che comprendeva la passeggiata sul ghiacciaio. Anche stamattina questo meraviglioso pullmann ci ha svegliato all'alba. Il cielo però oggi era coperto...
Siamo arrivati in pullman sul balcone da cui si ha una visione completa del ghiacciaio più celebre: il Perito Moreno, che prende il nome dal perito (nel senso di geometra o qualcosa del genere) Francisco Moreno, che è il tizio che fra le altre cose ha fissato i confini fra Cile e Argentina...
Una delle particolarità del ghiacciaio è quella di arrivare, nel suo moto di avanzamento, a toccare la sponda opposta del lago (quella su cui ci trovavamo noi in questo momento) formando quindi una diga che di fatto spezza in due il lago. La differenza di livello che si genera fra le due parti del lago provoca una differenza di pressione che nel corso degli anni aumenta sempre di più fino a provocare lo sfondamento dell'ultima lingua del ghiacciaio: questa è la "Ruptura", che avviene imprevedibilmente ogni certo numero di anni ed è uno spettacolo notevolissimo.
Notare il colore del ghiaccio....
Dopo la visita al balcone, durante la quale purtroppo ha cominciato pure a piovere, siamo scesi all'imbarcadero dove ci aspettava la barca che ci avrebbe portato, costeggiando uno dei due fronti del ghiacciaio, dall'altra parte, punto di partenza per il cosiddetto "minitrekking", cioè la passeggiata con i ramponi sul ghiaccio.
Ovviamente anche qui abbiamo fatto un sacco di foto... nonostante il tempo fosse decisamente brutto.
Sbarcati, ci hanno fatto mettere i ramponi, ci hanno spiegato come si fa e siamo andati a fare questa passeggiata di circa un'ora sul ghiacciaio.
La camminata è stata molto suggestiva, anche se un pò limitata, e soprattutto nulla a confronto di quella che avremmo fatto qualche giorno dopo....
Alla fine della passeggiata tutto il gruppo con le guide si è fermato per un brindisi con whisky e cioccolata. Eccellente...
Come ogni cinque minuti, si è sentito un boato e si è visto l'enorme pezzo di ghiaccio precipitare in acqua. La cosa singolare di tutti noi in visita al ghiacciaio era che stavamo tutti continuamente ad aspettare un evento del genere per riuscire a fotografarlo.
Alla fine della gita c'e' stato anche un attimo in cui si è visto il sole: certo così i colori sono completamente diversi, ma onestamente non ci siamo proprio potuti lamentare.
Questa foto è stata presa davanti all'entrata del nostro albergo, che sta a sinistra del negozio che si vede. Sullo sfondo, la strada principale. Qui eravamo arrivati alla fine della nostra permanenza a El Calafate: l'indomani avremmo preso il pulmann per El Chalten. Naturalmente abbiamo festeggiato la sera con birra, bisteccona e pisco sour, un trittico ormai ben sperimentato.
![]() ![]() ![]() ![]() |
LAGO ARGENTINO
Trascorso il primo giorno più che altro a riposare e a sperimentare il primo bisteccone argentino in uno dei due ristoranti che sono proprio sulla strada principale al centro di El Calafate, prelevati i soldi dal bancomat (perfettamente funzionanti dapertutto) e comprati due panini di bell'aspetto al supermercato in previsione del pranzo dell'indomani, siamo entrati nel vivo del viaggio il giorno dopo. La mattina dopo ci siamo accorti subito che era una bellissima giornata, col cielo sereno e l'aria limpida. Perfetta dunque per la programmata gita in barca sul braccio settentrionale del Lago Argentino fino ai ghiacciai Spegazzini, Uppsala e la Baia Onelli. Ci sono passati a prendere col pullman alle 7 e dopo un giro per recuperare altri partecipanti siamo partiti alla volta di Punta Banderas, cioè l'imbarcadero nonchè punto di accesso al parco nazionale de Los Glaciares, dove si paga l'ingresso e si sale sul catamarano.