SAMARQAND
VERSO SAMARCANDA
MAUSOLEO GUR-I-AMIR
GUR-I-AMIR: INTERNO
GUR-I-AMIR. L'INTERNO
GUR-I-AMIR
REGISTAN SQUARE
LA MADRASSA DI ULUGBEK
MADRASSA DI ULUGBEK: L'INTERNO
REGISTAN SQUARE
MADRASSA DI ULUGBEK
SAMARCANDA DAL MINARETO
NEL MINARETO
MADRASSA DI TILLA-KARI
MOSCHEA DI BIBI-KANYM
MOSCHEA DI BIBI KANYM
MOSCHEA DI BIBI KANYM
IL MERCATO (BOZORY)
IL BAZAR
A PRANZO
L'OSSERVATORIO DI ULUGBEK
AFROSIA
NECROPOLI DI SHAHI ZINDA
NECROPOLI DI SHAI ZINDA
NECROPOLI DI SHAHI ZINDA
L'HOTEL SAMARCAND PLAZA
La strada verso Samarcanda è una autostrada a 4 corsie che attraversa ampi campi coltivati (a cotone, credo) in un paesaggio simile alla pianura padana. Il cielo era lattiginoso e la temperatura alta ma sopportabilissima; abbiamo pensato che tutto sommato avremmo anche potuto guidare da soli, anche se le indicazioni non sono chiarissime e poi c'e' tantissima polizia sulle strade, pronta a fare multe per eccesso di velocità. Siamo arrivati a Samarcanda verso le 5 e mezza, accolti nel lussuoso Samarqand Plaza Hotel da due bellissime cameriere e subito siamo andati in taxi a Registan Square per darle un'occhiata al tramonto, per poi cenare in un ristorante lì dabanti dove abbiamo mangiato i più buoni shlashlik della vacanza, sia di manzo macinato che di agnello: veramente spettacolari!
La mattina seguente, dopo aver fatto colazione siamo stati prelevati dalla nostra nuova guida (Victoria), una ragazza tartara simpatica e molto loquace. Il primo sito che abbiamo visitato è il mausoleo Gur-I-Amir, che contiene le spoglie di Temur: avrebbe dovuto trattarsi di un sepolcro temporaneo in quanto le spoglie del condottiero dovevano essere traslate nella propria città natale, ma in realtà da qui non si sono mai mosse. Veramente bellissima la cupola verde-azzurra.
Anche l'interno è molto suggestivo, con le tombe dei vari personaggi qui sepolti, da Temur al suo consigliere spirituale Sayyd Barakah ai figli, fino al celebre nipote Ulughbekh, il famoso astronomo che ha costruito l'osservatorio che avremmo visto nel pomeriggio. Mentre eravamo lì sono arrivati degli scolari, educati e curiosi, vestiti con indumenti tipici.
La tomba più grande è quella del consigliere spirituale, mentre Temur è sepolto in un sarcofago più piccolo, di giada verde.
Foto di gruppo all'esterno del mausoleo.
Siamo poi andati nel luogo più famoso di Samarcanda: Registan Square, una piazza su cui si affacciano tre madrasse: Ulugbek, Sher-Dor e Tilla-Kari, costruite fra il XV e il XVII secolo. La sera prima avevamo fatto caso all'allineamento con la stella polare, spostata di qualche grado rispetto alla madrassa al centro nella foto, e avevamo desunto che, considerando la precessione, 400 anni fa il complesso era stato costruito proprio servendosi della stella polare come riferimento. Non sappiamo se ciò sia effettivamente vero, ma ci siamo sentiti molto intelligenti al pensarlo....
Ulugbek, nipote di Temur, è stato sicuramente uno dei figli più illustri di Samarcanda: fra le altre cose ha ordinato di costruire questa madrassa e vi ha tenuto lui stesso lezioni di astronomia fino alla sua morte. L'interno è costituito da un cortile dove si affacciano le botteghe dei negozianti, ospitati in quelli che una volta erano i locali della madrassa, dalle aule alla sala di preghiera. Qui abbiamo acquistato i prodotti in ceramica per cui l'Uzbekistan è famoso: piatti decorativi, vasetti, brocche. I piatti sono veramente belli e hanno uno stile diverso a seconda della città di provenienza.
Siamo entrati nella sala di preghiera dove ci siamo tolti le scarpe (caso rarissimo nel corso del nostro viaggio in Uzbekistan) e ci siamo trovati al cospetto per la prima volta di un luogo di questo genere che non puzzasse di piedi, anzi era particolarmente profumato, fresco (nonostante fuori facesse un gran caldo) e bellissimo. Ci siamo chiesti quanto dovesse essere duro rimanere qui dentro, d'inverno, con meno 30 gradi, senza riscaldamento....
Il posto è di quelli che stimola lo scatto di centinaia di fotografie, e noi non ci siamo certi tirati indietro. Da notare il minareto storto sulla destra. di lì a poco saremmo saliti fino in cima....
Mediante l'estensione di una tangente di 4000 sum alla guardia abbiamo avuto accesso ai piani superiori della madrassa e al minareto, in spregio a qualsiasi normativa di sicurezza (in Europa sarebbe impensabile camminare sui calcinacci in bilico sul vuoto e con pezzi lamiera potenzialmente letali). Ne valeva comunque la pena, per vedere da vicino le decorazioni delle mura.
Dopo una faticosa salita in una strettissima e ripidissima scala a chiocciola siamo arrivati in cima al minareto, dove si poteva stare solamente uno alla volta, dato che alla fine della scala c'era semplicemente un'apertura nel tetto di lamiera da cui ci si poteva sporgere ed ammirare il panorama, che era quello della foto....
Lo spazio era veramente angusto e non poche contorsioni sono state necessarie per avvicendarci sulla cima....
Opposta a quella di Ulugbek, c'e' la madrassa di Tilla-Kari, con decorazioni in oro e una rara (per l'islam) raffigurazione di un volto umano.
La visita successiva è stata quella della moschea di Bibi Kanym, una gigantesca struttura ora in rovina nei paraggi del mercato di Samarcanda. Il cortile centrale, ombreggiato da gelsi (i cui frutti piovevano come grandine sul mercatino sottostante) era circondato da due gallerie attraverso le quali i fedeli accedevano alla moschea vera e propria. Oggi non rimangono che dei resti, tuttavia imponenti, dell'intero complesso.
Qui abbiamo potuto ammirare un monumento non ancora restaurato, come quasi tutti gli altri siti che abbiamo visitato, il che indubbiamente ha il suo fascino. Il clima era caldo e soleggiato, secco e piacevolissimo. Abbiamo fatto caso come la stragrande maggioranza dei visitatori sia costituita da scolaresche locali: la cosa sarebbe stata incredibilmente evidente a Khiva, qualche giorno dopo...
Ancora una foto in compagnia della nostra guida, Victoria....
Proprio accanto alla moschea c'è il mercato dove si vende di tutto, dalla paccottiglia al pane, alle spezie, alla frutta (in questa stagione, le fragole la facevano da padrone). Ci ha colpito moltissimo l'ordine e la pulizia dei questo bazar, sia nella parte sotto il padiglione, sia quella all'aperto. Inoltre, il relativo silenzio che vi regnava: mai mi sarei aspettato un mercato di un paese islamico assai più silenzioso di un mercato italiano.... Nella foto, una venditrice di pane, che qui a Samarcanda è molto denso e pesante, nonchè saporitissimo, con la caratteristica forma del pane uzbeko, simile alla pizza al centro e ad una pagnotta ai bordi.
Abbiamo gironzolato una mezz'oretta cercando di vedere qualche scena interessante e cogliere qualche espressione particolare. Matteo, come al solito, si è scatenato con le fotografie; io, che sono più restio a fotografare le persone, mi sono limitato a qualche scatto da lontano...
A pranzo Victoria ci ha condotto in un ristorantino nella parte sovietica della città, al solito ordinata e tranquilla. Qui abbiamo mangiato shashlik e pane in abbondanza.
Ulugbek, nipote di Temur, era un insigne scienziato il quale fra le tante cose ha fatto costruire un osservatorio nei pressi della collina di Afrosia (la vecchia Samarcanda) di cui rimane visibile una porzione del sestante, con il quale egli ha effettuato moltissimi calcoli astronomici, alcuni di grandissima precisione e che sono raccolti nell'attiguo museo.
Quando Gengis Khan invase queste zone, conquistò Samarcanda deviando il fiume che la riforniva d'acqua. La città venne quindi presa facilmente e rasa al suolo senza tanti complimenti: sarebbe poi rinata qualche km più in là, sul sito attuale. Qui eravamo ad Afrosia, dove sono i resti dell'antica città, scavati da archeologi francesi: c'è anche un museo che ospita numerosi reperti fra cui un affresco di notevoli dimensioni.
L'ultimo sito che abbiamo visitato a Samarcanda è lo spettacolare complesso di Shahi Zinda, dove si possono ammirare numerosi mausolei decorati con maioliche, ceramiche e terracotte. Una scala di 38 gradini porta dall'ingresso alla strada principale: la tradizione vuole che si debba esprimere un desiderio prima di salire, contare i gradini e poi ricontarli al momento di ridiscendere. Se il numero dei gradini in salita è uguale a quello in discesa, il desiderio è destinato ad avverarsi...mah, speriamo bene.
Cominciavamo ad essere veramente piuttosto stanchi, visto che era dalla mattina alle nove che trottavamo: non ci aspettavamo che a Samarcanda ci fosse così tanta roba da vedere, inoltre quest'ultimo sito è veramente bellissimo, soprattutto alla luce del tramonto, con l'aria che si stava facendo sempre più fresca.
A cena, su suggerimento di Victoria, ci siamo fatti accompagnare dall'autista nella zona "in"di Samarcanda, la via dove erano i ristoranti più alla moda e i locali notturni. Abbiamo cenato in un ristorante piuttosto carino in cui il nostro tavolo era in una stanzetta privata, mangiando la zuppa (lagma), gli immancabili shashlikh e la solita birra, per gli altrettanto soliti 4 euro a testa....
Dopo cena, ci siamo trattenuti nel giardino dell'albergo (nella foto) a bere vodka e fumare (secondo la migliore tradizione del club Phileas Fogg), serviti dalle solite avvenenti cameriere. L'albergo era veramente bellissimo, ed eravamo notevolmente sorpresi da ciò, visto che il tour operator ci aveva detto di aver prenotato hotel a due stelle....La mattina dopo saremmo ripartiti, stavolta con destinazione Bukhara.
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VERSO SAMARCANDA
La strada verso Samarcanda è una autostrada a 4 corsie che attraversa ampi campi coltivati (a cotone, credo) in un paesaggio simile alla pianura padana. Il cielo era lattiginoso e la temperatura alta ma sopportabilissima; abbiamo pensato che tutto sommato avremmo anche potuto guidare da soli, anche se le indicazioni non sono chiarissime e poi c'e' tantissima polizia sulle strade, pronta a fare multe per eccesso di velocità. Siamo arrivati a Samarcanda verso le 5 e mezza, accolti nel lussuoso Samarqand Plaza Hotel da due bellissime cameriere e subito siamo andati in taxi a Registan Square per darle un'occhiata al tramonto, per poi cenare in un ristorante lì dabanti dove abbiamo mangiato i più buoni shlashlik della vacanza, sia di manzo macinato che di agnello: veramente spettacolari!