SAMARQAND

Evocare il nome Samarcanda per me significa anzitutto tornare indietro con la memoria agli anni '70 quando una canzone di Vecchioni parlava di un cavallo che correva correva e arrivava in questa mitica cittā sulla via della seta, piena di fascino, immaginavo in mezzo al deserto e costellata di monumenti esotici.

Giā una prima delusione era emersa quando, da piccolo, avevo aperto l'atlante e constatato che questa cittā non era nemmeno una capitale, ma semplicemente un grosso centro abitato di uno stato dallo strano nome: l'Uzbekistan, la cui capitale avevo scoperto essere Tashkent.

Nel corso degli anni successivi poi era andata formandosi in me l'idea che Samarcanda fosse la classica cittā mediorientale caotica, disordinata, dall'aspetto cadente con qualche monumento isolato da visitare stando attenti ai borseggiatori: idea piuttosto lontana dalla realtā che ho scoperto andandola a visitare di persona....

La strada da Tashkent a Samarcanda č un'autostrada a 4 corsie che per circa 320 km si snoda lungo il confine con il Kazakhstan, attraverso un paesaggio piuttosto simile alla pianura padana d'estate con vasti campi irrigati, alberi e fattorie, fino ai primi contrafforti delle montagne che segnano il confine con il Tajikistan a sud e che arrivano a superare i 5000 metri.

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