L'ITINERARIO
I monti Sabini sono le
prime alture consistenti che si incontrano venendo dal Mar Tirreno verso la
catena appenninica, a nord di Roma. Questo gruppo domina a ovest la valle del
Tevere, a nord quella di Rieti e verso oriente offre un panorama completo di
tutte le maggiori vette dell'Appennino Centrale. Due sono i monti principali, di
altezza pressochè equivalente: il Monte Tancia e il Monte Pizzuto, di 1288
metri. Da Roma arrivare è molto semplice: si prende l'autostrada per Firenze, si
esce a Fiano e si prende la direzione per Poggio Mirteto. Dopo circa 30 km si
arriva a Poggio Catino da dove si deve proseguire lungo la via di Tancia, una
strada di montagna stretta e tortuosa molto panoramica, che attraversa la catena e porta verso Rieti. Proprio nei
paraggi del passo sommitale iniziano i sentieri per le due vette principali, che
comunque possono essere anche raggiunte da Roccantica e da Osteria di Tancia: da
Roma è poco più di un'ora di macchina.
Si parcheggia la macchina in prossimità di un ponticello sul fiumiciattolo che solca la stretta valle e si entra attraverso un cancello al di là del quale parte un sentiero in discesa che costeggia il fiume, il quale forma laghetti e cascatelle. Dopo cinquanta metri si supera un'altro cancello e qualche metro più in là ci si ritrova in un ampio spiazzo verde, attrezzato per il barbecue.
Da qui si dipartono tre sentieri: il primo, continuando dritti, è indicato come itinerario verso "Fonte Regna" e scende verso Poggio Catino, seguendo il corso del fiume (poco più giù c'e' una deviazione per la grotta di San Michele Arcangelo, una cavità affrescata a metà parete).
Sulla destra invece si vede la verdissima valle (Val Gemiti) che divide le due creste del Monte Pizzuto (a sinistra) e del Monte Tancia (sulla destra). Dalla radura parte un sentiero (segnato per la verità malissimo, su una pietra poco distante con una macchia gialla e rossa) che, dopo aver attraversato dei rovi, si inoltra nel bosco lungo il letto di un ruscello.
Il terzo sentiero è praticamente invisibile perchè si inerpica ripidissimo in mezzo al bosco, staccandosi subito sulla sinistra del secondo sentiero.
L'itinerario consigliato (da noi che ci siamo stati) è quello di salire verso il monte Pizzuto attraverso il secondo sentiero (quello del fondovalle) e tornare al punto di partenza attraverso il terzo (che percorre tutta la cresta). Quest'ultimo infatti è ripidissimo e fatto in salita potrebbe essere molto faticoso, considerando anche che a parte il primo tratto nel bosco è completamente esposto al sole.
Invece il sentiero nel fondovalle sale dolcemente in mezzo al bosco e, dopo circa un'ora e un quarto, porta ad un meraviglioso pratone, a quota 1100 metri, popolato da cavalli e mucche al pascolo da cui poi con un ultimo sforzo si può salire fino in vetta, piegando sulla sinistra.
In mezz'ora si arriva poi sulla cresta sommitale e alla vetta, a 1288 metri, dove c'e' una croce e da dove si gode di un panorama incredibile sulla valle del Tevere, sul Soratte, fino al lago di Bracciano, a Roma e al mar Tirreno. Dalla parte opposta invece si vedono il Terminillo, il Monte Nuria, il Gran Sasso, il Navegna etutti gli altri monti dell'Appennino centrale.
Si ridiscende poi percorrendo la cresta verso sud (il sentiero non è segnato, ma basta seguire la cresta) che dopo una successione di dossi entra ripidamente nel bosco e riconduce in un paio d'ore alla partenza. Qua sarà molto utile fare un bel pediluvio nel torrente prima di riprendere la macchina.
IN SINTESI
DURATA: 5 ore. Due ore abbondanti per salire, due ore abbondanti per scendere più la pausa in vetta per il pranzo.
DIFFICOLTA': facilissima.
LUNGHEZZA: circa 10 chilometri
DISLIVELLO COMPLESSIVO: 600 metri circa
IL PERIODO: tutto l'anno, a meno che non ci sia la neve.