INFORMAZIONI PRATICHE
A causa della limitatezza del tempo a disposizione (una settimana) abbiamo voluto organizzare il viaggio in modo tale da evitare qualsiasi possibile perdita di tempo connessa con orari dei treni, ritardi dei medesimi, errori di strada, ricerca dell'albergo in loco, ecc, considerando anche che le mete erano ben definite e chiare. Ritengo tuttavia che un viaggio in completa autonomia, organizzato prenotando gli hotel via internet e spostandosi in treno/taxi, sia fattibilissimo.
Quindi abbiamo prenotato per conto nostro gli aerei Roma-Tashkent e abbiamo affidato l'organizzazione delle tappe con alloggio, trasporti e guide al tour operator locale Advantour, che si è rivelato davvero molto efficiente.
Ci ha infatti proposto due alternative, una più cara, una più "spartana" (a loro dire): noi abbiamo optato da veri uomini per quest'ultima (che comprendeva alloggi a due stelle e non comprendeva i pasti) che ci è venuta a costare 420 euro (volo interno Urgench-Tashkent, ingressi ai siti e guide in parlanti inglese inclusi).
Considerando che un pasto medio (a base di shashlik ossia spiedini, zuppa, pane e birrone) costava dai 6mila sum (3 euris) ai 15mila sum (7 euris) e che la vita era straordinariamente a buon mercato, in 7 giorni ci siamo trovati a dover cambiare solamente 110 euro con cui abbiamo anche abbondato con i souvenirs, alcuni di ottima qualità. Per cui sommando a cio' i circa 700 euri spesi per il volo diretto Roma-Tashkent-Roma, il costo totale del viaggio è stato di circa 1200 euro.
EPOCA DEL VIAGGIO
Noi siamo stati a fine aprile, periodo ideale quanto a temperature: qui d'inverno fa meno venti e a giugno/luglio si superano i 45: anche se secco, è comunque un caldo terrificante. I mesi più adatti sono dunque fine-aprile/maggio e agosto-settembre (anche se agosto può essere ancora parecchio caldo).
AEREI
L'unica compagnia ad offrire un collegamento diretto bisettimanale con Tashkent da Roma (e da Milano) è l'Uzbekistan Air. Da Roma i voli sono il lunedi e il giovedi alle 11 di mattina (con arrivo alle 8,30 di sera) mentre da Tashkent si parte sempre il lunedi alle 5,25 di mattina e si arriva a Roma alle 8,25 (con l'ora solare) o alle 9,25 (con l'ora legale) sempre di mattina, pronti per andare in ufficio... Ci sarebbero anche voli con scalo a Mosca dell'Aeroflot e della Turkish via Istanbul, ma abbiamo optato per il comodissimo volo diretto. Abbiamo prenotato il volo a febbraio telefonando alla GSAir (www.gsair.it) che è la concessionaria in Italia per l'Uzbekistan Air: non bisogna scoraggiarsi se il volo risulta pieno, perchè in realtà viene prenotato in anticipo dai tour operator italiani per grossi gruppi. Paradossalmente hanno trovato più facilità Massimo e Matteo che hanno prenotato il volo quasi a ridosso del viaggio, pagandolo di meno, peraltro (noi 730 euro, loro 680). L'aereo (un B757 vecchiotto) non era fra i più comodi, ma il volo è andato perfettamente. Da evitare accuratamente il vino uzbeko offerto a bordo! Il volo interno, sempre dell'Uzbekistan Air, operato con un Tupolev 154, ci è stato prenotato come detto da Advantour.
ALLOGGIO
Di questa parte si è occupata Advantour, quindi non so quanto ciascun albergo sia costato: immagino ben poco visto l'ammontare complessivo della quota di viaggio. In più, noi eravamo preparati ad alloggiare in spelonche malandate: viceversa, ci siamo trovati a stare in alberghi ottimi e in qualche caso addirittura lussuosi (tipo il Samarcand Plaza, un 4 stelle a circa 2 km da Registan Square). L'albergo di Tashkent (il Poytiaht) è proprio su Amir Temur Square (al centro) ed è un albergone enorme dotato di ristorante dove viene servita una buona prima colazione. Quello di Samarcanda, il Samarqand Plaza, è quasi lussuoso, con due bellissime cameriere in minigonna (!) che servono la birra ai tavoli in giardino sopra il prato all'inglese e un'abbondante e ottima prima colazione nella sala interna. A Bukhara siamo stati al Komil Boutique Hotel (www.komiltravel.com), una gemma nella città vecchia, con stanze decorate, due cortili interni e un servizio massaggi invero piacevole (un'ora, 10 euro: utilissimo per rimettersi in sesto dopo aver girato per ore a piedi). Infine a Khiva siamo stati in uno dei tre Malika Hotel della città, in posizione strategica proprio di fronte all'entrata ovest della città, con vista sul minareto tronco Kaltar Minar simbolo della città. In tutti gli alberghi era inclusa la prima colazione e le stanze erano tutte con bagno: nel complesso, notevolmente al di sopra di ogni aspettativa.
TRASPORTI
Anche il trasporto è stato fornito da Advantour, con un minibus tutto per noi che ci ha accompagnato dall'aeroporto di Tashkent, appena arrivati, per tutto il viaggio fino a Khiva e Urgench, dove abbiamo ripreso l'aereo per Tashkent. Il nostro autista, Accrab, parlava solo pochissime parole di inglese ma è stato estremamente efficiente:una sera ci ha anche accompagnato a cena in un ristorante di Samarcanda evitandoci di prendere il tassì. In Uzbekistan le strade sono di buon livello anche se la segnaletica non è il massimo e ad ogni confine di provincia c'e' un posto di blocco della polizia dove si è obbligati a rallentare a passo d'uomo e forse ad essere controllati. C'e' anche il treno per spostarsi nelle principali città e da Urgench un filobus porta a Khiva. Il viaggio si può anche organizzare in totale autonomia, tenendo però conto dei vincoli imposti da orari e imprevisti propri dei mezzi pubblici.
MANGIARE
Il cibo non è l'attrattiva maggiore di un viaggio in Uzbekistan, tuttavia ci sono alcune cose buone. Il PLOV per esempio, cioè del riso cotto in enormi pentoloni con carne di manzo e cavallo e carote, servito come se fosse una specie di couscous, che costituisce un piatto prevalentemente per il pranzo. Poi ci sono zuppe varie (con fagioli, ceci, carne, carote, ecc) e specialmente gli SHASHLIK, cioè gli spiedini di carne che possono essere di manzo (nelle due varietà: tradizionale e carne macinata e speziata, quest'ultima particolarmente prelibata), di agnello (stupendi) e di pollo. I più buoni li abbiamo mangiati in un ristorante a Samarcanda praticamente davanti a Registan Square, dall'altra parte della strada principale: c'e' il barbecue fuori che emana fumo e i tavoli dentro ad un patio. A Bukhara siamo andati a cena dall'ottimo, proprio sul bordo della piscina, dove abbiamo anche fumato il narghilè. Più complicato mangiare bene a Khiva: i due ristoranti dentro la cittadella non servivano shashlik e il plov non era certo di rilievo. Da bere, c'è la locale birra Sarbast, gradevole (una bottiglia da mezzo litro costa 1500 sum, cioè 70 centesimi).
DOCUMENTI
Serve il passaporto in corso di validità con il visto da farsi all'ambasciata dell'Uzbekistan (a Roma, in via Tolmino 12, vicino corso Trieste) presentando un modulo compilato (scaricabile dal sito dell'ambasciata uzbekistanitalia.org), 2 foto tessera uguali e 67 euri. Quando si arriva a Tashkent bisogna anche compilare un modulino per la dogana in cui si indica quanti soldi si stanno importando e quali oggetti di valore. Il modulino dev'essere compilato in duplice copia e presentato al controllo doganale dopo aver ritirato i bagagli: una delle due copie va conservata fino alla fine del viaggio, allorquando va restituita al controllo doganale d'uscita insieme ad una nuova copia del modulino in cui si indica cosa si sta esportando. E' un pò lungo e complicato, ma niente di preoccupante.
VARIE
La moneta locale è il SUM (1000 sum= 0,49 euro). Il problema è che il taglio massimo delle banconote è proprio 1000 sum, quindi quando si cambiano 50 euro si entra in possesso di pacchi ingentissimi di banconote. E' necessario dunque disporre di tasche capienti. Per fortuna la vita è così a buon mercato che si possono cambiare pochi euro per volta, anche considerando il fatto che c'è un'inflazione pesantissima e che giorno dopo giorno l'euro aumenta di valore. Non abbiamo visto bancomat e la carta di credito è accettata di rado, solo negli alberghi.
Il fuso orario è più 3 ore con l'ora legale da noi, più 4 negli altri periodi dell'anno.
La presa elettrica è identica alla nostra, quindi non c'e' bisogno di trasformatori. Inoltre, in tutti gli alberghi dove siamo stati c'era il phon....
La lingua è pesantemente incomprensibile (parente del turco); le scritte sono ancora in cirillico anche se da qualche tempo è stata avviata la traslitterazione per uniformarsi all'occidente. L'inglese è parlato essenzailmente dalle guide e dai commercianti che ne conoscono tuttavia solo alcune parole chiave (good price, please, buy, etc.). Viene parlato diffusamente il russo oltre ad una quantità di idiomi dell'Asia centrale (turco, tajiko, ecc.).
Il cellulare prende pressochè dapertutto, ma con costi piuttosto consistenti: con Vodafone ho pagato una chiamata per l'Italia di un minuto e mezzo 10 euro, di tre minuti e mezzo 17 euro, mentre gli sms costano 70 centesimi l'uno.