LE ISOLE SVALBARD
LONGYEARBYEN
LONGYEARBYEN - GJESTEHUSET "102"
SVALBARD - ISFJORDEN
L'ESCURSIONE
SVALBARD - ISFJORDEN
SVALBARD - ISFJORDEN
SVALBARD - ISFJORDEN
ISFJORDEN - IL GHIACCIAIO
TROMSOE - IL PUB
Siamo dunque arrivati alle Svalbard: appena scesi dall'aereo e constatato che, nonostante fossimo a non più di 1000 chilometri dal polo nord e fossero quasi le dieci di sera non faceva particolarmente freddo, siamo saliti sull'autobus che portava in città. Qui infatti attraverso Gulla e l'agenzia Svalbard Wildlife Services avevamo prenotato due notti all'albergo "Gjestehuset 102", proprio all'estrema perfiferia di Longyearbyen. La cittadina, dove al giorno d'oggi vivono circa 1500 abitanti, appare come una distesa un pò informe di case lunghe e basse dai vari colori più o meno vivaci sparse in un gran canyon che dalle montagne scende fino al fiordo Isfjorden, il più grande di Spitzbergen, la maggiore delle isole Svalbard, grande quasi come l'Irlanda.
Proprio in fondo alla strada che dal centro risale il vallone, c'era il nostro albergo, uno dei più caratteristici del luogo. Infatti le Svalbard fino a non molti anni fa erano state un importante centro minerario e la quasi totalità delle case erano per i minatori che facevano la stagione qui. E la Gjestehuset "102" era una di queste case, ora trasformata in albergo. Come tutte le case del luogo è edificata su palafitte e ha l'aspetto più che altro di un rifugio alpino. Siamo arrivati qui alle 10 e mezza di sera (eppure in pieno giorno) e subito si è presentato il problema che non c'era nessuno ad aprirci la porta: a quest'ora naturalmente stavano tutti a dormire. Per fortuna dopo un pò è arrivata una tizia che ci ha dato la stanza: per la gita del giorno dopo però ci saremmo dovuti alzare molto presto e sperare che ci fosse posto, perchè non era stata prenotata.
Per fortuna la mattina dopo siamo riusciti ad inserirci nella gita in barca che faceva il giro dell'Isfjorden, arrivando a vedere gli enormi ghiacciai che scendevano in mare. Qui diciamo che c'e' una serie di escursioni standard di uno o più giorni: noi potevamo scegliere se fare questa o quella che portava a visitare Barentsburg, l'insediamento russo (con tanto di ufficio postale russo) qui alle Svalbard. Abbiamo deciso di fare la gita più naturalistica e di buon mattino ci siamo imbarcati su un piccolo traghetto, sotto un cielo plumbeo e un vento gelido (era il 10 agosto ma facevano 4 gradi...) e abbiamo cominciato a navigare.
L'escursione sarebbe durata tutta la giornata e avrebbe anche previsto uno sbarco con passeggiata sulla terraferma, oltre alla visita ai ghiacciai. Le Svalbard sono così distanti dal resto del mondo da avere una flora e una fauna uniche. Naturalmente queste sono maggiormanete visibili d'estate, quando le isole non sono ricoperte dai ghiacci che caratterizzano la lunghissima notte artica. Qua infatti siamo talmente a nord che da ottobre ad aprile il sole non sorge mai e il sole a mezzanotte si può vedere da maggio al 26 agosto! E a proposito di ciò la nostra guida (una bella ragazza locale armata di fucile contro gli orsi bianchi) ci ha raccontato molti incredibili particolari della sua infanzia a Longyearbyen, quando non c'era l'aeroporto e arrivava una nave dalla Norvegia solamente due volte l'anno...
Abbiamo navigato per qualche ora verso nord ovest e siamo arrivati infine a ridosso della costa settentrionale del fiordo, quasi allo sbocco con l'Oceano. Nonostante la latitudine il mare è libero dai ghiacci in estate grazie alla corrente del Golfo: la banchisa comincia un pò più a nord, oltre Ny Alesund sulla costa settentrionale di Spitzbergen, e il porto di Longyearbyen è libero dai ghiacci per tutto l'anno. Nella foto si vede il promontorio sotto al quale saremmo sbarcati: faceva parecchio freddo e non era facilissimo rimanere fuori dalla cabina.
Dopo che la nave si è ancorata, ci hanno fatto sbarcare sui gommoni: qui avevamo dovuto indossare i salvagente. Non sarebbe stato piacevole finire nell'acqua gelida, comunque. Una volta a terra abbiamo fatto una passeggiata di un'oretta in questo posto popolato da renne e soprattutto da una grande quantità di rumorosissimi uccelli.
La guida ci ha anche detto che stavamo camminando su un muschio unico al mondo, che cresce solo qui. Orgogliosi di questo fatto vi ci siamo anche seduti sopra ad ammirare il panorama: dalla parte opposta del fiordo si vedeva l'insenatura di Barentsburg mentre sulla sinistra le catene di monti innevati facevano da sfondo all'insenatura. Il cielo era come ricoperto da un soffitto grigio/viola che all'orizzonte sembrava aprirsi, ma il sole purtroppo non l'abbiamo mai visto...
Dopo essere risaliti sulla nave, abbiamo pranzato sul ponte (ci hanno dato un bel piatto di salmone) mentre ci dirigevamo verso est a vedere il ghiacciaio.
Lo spettacolo era indubbiamente affascinante: una grande parete di ghiaccio a precipizio sul mare costellato di piccoli iceberg sui quali stazionavano placidamente le foche a pisolare. Il ghiacciaio era larghissimo e non se ne vedeva l'inizio: era anche molto stazionario: non abbiamo visto alcun masso cadere in acqua. Dopo un pò siamo tornati indietro a Longyearbyen dove abbiamo fatto una passeggiata per il centro: abbiamo perfino visitato la biblioteca nazionale dove abbiamo avuto modo di mandare qualche e-mail dal polo nord. La sera siamo andati a mangiare allo "Huset", un (imprevedibilmente) lussuosissimo ristorante a cinquecento metri dal nostro albergo al quale siamo arrivati badando di non incontrare orsi bianchi, come ci era stato raccomandato. Dopodichè, sempre sotto il sole di mezzanotte (coperto) ce ne siamo andati a dormire.
Dopo aver trascorso la mattinata dell'11 agosto in giro per Longyearbyen sotto la pioggia, abbiamo ripreso l'aereo e siamo tornati a Tromso in tempo per andare a visitare la birreria più settentrionale del mondo: l'Olhallen Pub (http://www.olhallen.no). Qui si fabbrica la mitica birra Mack Ol e questo pub è l'unico al mondo ad essere chiuso la sera...(fra l'altro si dice che a tromsoe ci siano così tanti pub da permettere a tutti gli abitanti di uscire contemporaneamente: forse perchè qua non c'e' tutta questa gente...)
Dopo aver bevuto due buonissime birre scure e comprato il doveroso bicchiere, siamo ripartiti verso sud, e precisamente la nostra prossima meta: le isole Lofoten.
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LONGYEARBYEN
Siamo dunque arrivati alle Svalbard: appena scesi dall'aereo e constatato che, nonostante fossimo a non più di 1000 chilometri dal polo nord e fossero quasi le dieci di sera non faceva particolarmente freddo, siamo saliti sull'autobus che portava in città. Qui infatti attraverso Gulla e l'agenzia Svalbard Wildlife Services avevamo prenotato due notti all'albergo "Gjestehuset 102", proprio all'estrema perfiferia di Longyearbyen. La cittadina, dove al giorno d'oggi vivono circa 1500 abitanti, appare come una distesa un pò informe di case lunghe e basse dai vari colori più o meno vivaci sparse in un gran canyon che dalle montagne scende fino al fiordo Isfjorden, il più grande di Spitzbergen, la maggiore delle isole Svalbard, grande quasi come l'Irlanda.