BUENOS AIRES

Il giorno dopo ci siamo svegliati con la opportuna calma e dopo aver fatto colazione al bar (la colazione in albergo era già finita...) abbiamo cominciato a farci una passeggiata verso Plaza de Mayo. Abbiamo poi preso il tassì e ci siamo fatti portare al Caminito, nel quartiere della Boca, il più caratteristico di Buenos Aires.

Qua c'e' in sostanza una stradina (il Caminito, appunto) con case di legno tutte colorate e piene di graffiti. Il posto è effettivamente molto carino, anche se è estremamente turisticizzato (ci sono numerosi bar/ristorante con tanto di tangheiri che ballano sulla strada, e nell'aria c'e' sempre musica di tango) ed è molto limitato: il Caminito sara' lungo al massimo 50 metri, e l'altra strada idem. Abbiamo dunque deciso di andare a far visita al monumento più importante nei paraggi: lo stadio Bombonera, cioè dove gioca il Boca Juniors, la squadra più popolare qua.

Nello stadio, come tutti gli stadi che si rispetti, c'e' il museo della squadra e viene anche organizzato il tour che comprende tribune, campo e spogliatoi. Ci siamo domandati ancora una volta perchè gli unici fessi che non fanno una cosa del genere siamo noi in Italia. Mah...

Abbiamo fatto la visita guidata (troppo lunga: 40 minuti sono veramente eccessivi), comprato un pò di mercanzia bocarola e poi siamo andati a pranzo in un ristorantino all'aperto proprio all'inizio del Caminito. E questa è stata l'ultima esperienza gastronomica in Argentina: il nostro ultimo bife de lomo e la nostra ultima Quilmes. Stare lì, all'aperto, all'ombra in una giornata calda, con il venticello fresco e con il tango nell'aria, pensando che 24 ore dopo saremmo tornati in pieno inverno, è stata l'ultima chicca di un viaggio veramente mitico.

Infatti, dopo una passeggiata in centro nelle vie pedonali (piene di gente e individui che distribuivano migliaia di volantini reclamizzando di tutto, dai negozi di pelle alle donne), preso il tassì, siamo tornati in aeroporto dove alle 22.10 ci siamo imbarcati per Madrid.