LE ISOLE SAMOA
Le Isole Samoa sono state il nostro primo contatto con la Polinesia: dopo 14 giorni in giro per gli Stati Uniti adesso il nostro viaggio sarebbe completamente cambiato: clima, gente, paesaggi e colori completamente differenti. Per più di 20 giorni saremmo stati in continuazione a contatto con il mare, le palme e le spiagge.
La prima tappa era dunque lo stato indipendente delle Samoa: la nazione più occidentale del mondo, visto che appena ad ovest corre la linea del cambio di data. E infatti faceva abbastanza impressione essere ben 13 ore indietro rispetto all'Italia: quando noi verso mezzanotte abbiamo chiamato casa, i nostri genitori erano già a pranzo, il giorno dopo.
E' uno stato costituito da due grandi isole principali, Upolu e Sawai, e altri scogli più piccoli: la capitale, Apia, è su Upolu, così come l'albergo dove avevamo prenotato sette notti, il Sinalei Reef Resort, sulla costa meridionale dell'isola.
Quando abbiamo scelto di venire qui, (un posto poco conosciuto dal turismo) eravamo attirati, oltre che dalla bellezza del mare, dalla natura lussureggiante (cascate, montagne e infinite palme) e dagli abitanti (tipi grandi e grossi che vivono nei fale, un tipo di casa aperta sui lati. Sapevamo del clima piovoso, ma eravamo fiduciosi nel bel tempo, visto che agosto è la stagione secca. Purtroppo su quest'ultimo punto ci sbagliavamo.....
Siamo dunque partiti da Los Angeles con il volo della Air New Zealand delle 20.45 per Apia, dove siamo arrivati alle 2 e 45 di notte, ora locale, dopo 9 ore di volo. Francesca ha così superato per la prima volta in vita sua l'equatore: infatti le Samoa sono nell'emisfero meridionale, a 14° di latitudine sud, circondate da migliaia di chilometri di oceano. All'arrivo a Faleolo (l'aeroporto) siamo stati accolti, oltre che dall'aria umida ma fresca (era pur sempre notte fonda, per di più d'inverno), dai tizi del corrispondente di viaggio che ci hanno messo la ghirlanda al collo.
Non sapevo che venissero utilizzati fiori veri per le ghirlande: oltre ad essere bellissime, sono profumatissime, e variano a seconda del paese in cui si arriva. Dopo un piccolo contrattempo dovuto allo stato di ebbrezza di uno dei due corrispondenti, che asseriva il mancato pagamento da parte nostra dei servizi, siamo usciti dall'aeroporto (poco più che un capannone) e, saliti su un pulmino insieme ad altri due italiani in viaggio di nozze (gli unici italiani che abbiamo incontrato a Samoa), abbiamo cominciato un lungo viaggio attraverso l'isola.
Dopo 40 minuti siamo finalmente arrivati sulla costa meridionale dove, dopo aver lasciato gli altri ad un primo albergo, abbiamo raggiunto il Sinalei Resort, che ci è apparso subito molto lussuoso rispetto agli standard delle case dell'isola.
Ci hanno accompagnato subito al nostro bungalow, proprio sulla spiaggia, sotto le palme, completamente di legno e senza finestre. Nel senso che era completamente aperto e si potevano solamente chiudere le persiane. Una volta riusciti ad aprirlo (non si trovava la chiave), finalmente, stanchi, disossati e un pò perplessi siamo sprofondati sul letto a baldacchino con zanzariera e, cullati dal rumore dele onde, ci siamo addormentati.